giovedì 4 settembre 2014

La storia dell'uomo attraverso i Sogni

Buongiorno Lettori!
Sapevate che noi esseri umani trascorriamo un terzo della vita dormendo?
Vi siete mai chiesti cosa sono i sogni? Da dove provengono?
Oggi vi porterò in un viaggio attraverso la storia dell'uomo, per scoprire qualcosa di più su questo misterioso mondo onirico...

                                                 
                                                                        (Renè Magritte - Il falso specchio)




Nei primitivi il sogno esprimeva la loro visione del mondo, con la loro mentalità pre-logica, magica, dove mondo visibile e mondo invisibile si confondono.
Il sogno è oracolo e profezia che esprime i desideri e le paure dell'uomo e diventa ponte tra esperienza del passato e progetti del futuro.
Il sogno è collocato in una dimensione religiosa, dominato da dèi e geni protettori che fondano le norme di vita e quindi offrono alla società una ideologia.

Gli Egizi furono i primi ad valorizzare il linguaggio dei sogni nei suoi aspetti narrativi e conoscitivi relativi alla sessualità, agli affetti, alle malattie. Nel Chester Beatty III, un prezioso papiro che risale al 2000 a.C., i sogni vengono catalogati e giudicati: buoni e cattivi, ordinati e disordinati, gratificanti e persecutori.
Sono gli Egizi a suggerire un rimedio infallibile per la trasformazione degli aspetti più negativi di un sogno: inciderlo su una tavoletta di argilla e lasciare che si dissolva nell'acqua. (che funzioni davvero?)


Nei Greci, e in particolare nei sogni Omerici, si inserisce una dimensione soprannaturale che trasforma il sogno in uno schema di civiltà, parte integrante dell'esperienza religiosa di un popolo, capace di permearne o fondarne la cultura.
Poeti e narratori adattano questo schema di civiltà alle emozioni dell'uomo. 
Artemidoro, nato a Daldi nel II secolo, per primo tenta un approccio di tipo naturalistico e offre interpretazioni che tengono conto del contesto culturale, economico e sociale del sognatore.
Colpisce di Artemidoro soprattutto la continua aderenza alla realtà: oggetti e forme narrative del sogno acquistano significati diversi a seconda della vita del sognatore.
Artemidoro è un maestro nella interpretazione dei sogni erotici e nella sistemazione del mondo dei simboli.
In una atmosfera diversa ci porta invece Sinesio di Cirene, vissuto nel V secolo, che parla del sogno come veicolo di esperienze mistiche. La sua passione per la psicologia lo spinge ad analizzare nel sogno l'amore e l'odio, e completa la sua opera con l'idea che gli uomini abbiano tratto dai sogni l'ispirazione a creare le favole.

Dal IV al VI secolo i filosofi e gli scrittori indirizzano le loro ricerche sui sogni ad un pubblico relativamente più colto di quello cui erano dedicate le opere dei secoli precedenti.
Ne è un esempio il Libro dei sogni di Niceforo, patriarca di Costantinopoli nel IX secolo, ricco di metafore indirizzate a cultori di poesia piuttosto che a popolani in cerca di interpretazioni.
Niceforo apre la strada al processo di aristocraticizzazione del sogno che caratterizzerà il primo Medioevo, in cui coloro che interpretavano i sogni erano interessati a privilegiare i re, gli imperatori e i santi, mentre gli uomini comuni sembra non abbiano diritto al sogno.
Nel tardo Medioevo le gerarchie di sogni e sognatori scompaiono e il sogno diventa un'esperienza capace di procurare all'uomo medioevale un'evasione dalla realtà. Realtà e fantasia, veglia e sonno, vita immaginaria e vita reale, appaiono confuse.
Per i cristiani il sogno diventa una metafora morale di uno stato spirituale, non senza evitare l'ingresso del diavolo che giustifica nella coscienza dell'uomo medioevale le tentazioni, le voluttà, le fantasie lascive.
Ad attenuare questo pericolo demoniaco pensa Agostino che, con il sogno, idealizza l'onnipotenza divina. Solo nel XII secolo il sogno non sarà più vissuto come aspetto divino, ma accettato come evento umano e razionalizzato.

Lo studio del sogno nella nostra era è dominato dalla figura di Sigmund Freud, che con L’interpretazione del sogni del 1900 elabora un nuovo modello di funzionamento mentale e dà un nuovo senso e significato all’esperienza del sognare.
Freud vede il sogno come appagamento di un desiderio rimosso. Il sogno è la via regale verso l’inconscio, poiché dormendo si abbandonano le proprie difese.
Quando sognamo riaffiorano tutti quei desideri che non sono stati appagati nella vita reale, e Freud collega molti di questi desideri alla sessualità.


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